Morto Suleiman, Paese diviso e presidenza tace

(di Danila Clegg) (ANSAmed) – IL CAIRO – Mentre la morte più annunciata e attesa in Egitto era quella dell’ex rais Hosni Mubarak è stato il suo braccio destro e collaboratore più fidato per decenni a mancare improvvisamente.

Omar Suleiman, 76 anni, formazione militare, capo dei servizi segreti egiziani dal 1993 e per qualche giorno vice presidente durante la rivoluzione dello scorso anno, è morto stamani in una clinica di Cleveland dopo un attacco cardiaco mentre si stava sottoponendo a test medici. La sua morte e i suoi funerali già stanno dividendo l’Egitto e crea qualche imbarazzo alla presidenza, dato che anni Suleiman è stato un agguerrito nemico dei Fratelli musulmani.

Affetto da qualche mese da una malattia ai polmoni le sue condizioni di salute sono improvvisamente precipitate tre settimane fa e per questo motivo è stato portato negli Usa per i controlli medici, riferisce l’agenzia Mena. In due decenni, il suo nome è stato identificato con quello dell’ex rais per il quale ha seguito in particolare lo spinoso dossier palestinese. E’ toccato a Suleiman annunciare al mondo la decisione di Mubarak di dimettersi l’11 febbraio scorso sulla spinta della piazza. Ed è stato sempre lui, che non è mai stato inquisito al contrario di molti esponenti della cerchia più vicina all’ex rais, a deporre per la sua difesa nel processo che lo ha poi visto condannato all’ergastolo.

Per molti attivisti Suleiman era il simbolo del detestati servizi segreti e la sua morte renderà impossibile venire a campo dei segreti degli ultimi anni in questo paese. “Tutti i massacri sono stati commessi sotto il titolo interessi di Stato e Suleiman fatto molto per la repressione di stato” si legge in un messaggio su twitter mentre un altro recita: ” la scatola nera dell’Egitto rimarrà ormai chiusa per sempre”. “Il problema con le morti prima che venga fatta giustizia, come quelle di Suleiman, Gheddafi e Shawkat (cognato di Bashar el Assad ndr) è che si portano con loro i segreti e il diritto della gente di conoscere la verita”, scrive Jamal Elshayyal.

Da sempre avversario dei Fratelli musulmani, li accusò di avere alimentato il caos durante la rivoluzione e di essere stati loro ad appiccare il fuoco a commissariati di polizia, quando tentò la strada delle presidenziali quest’anno prima che la commissione elettorale gliela sbarrasse per non avere raccolto sufficienti firme a sostegno della sua candidatura.

Ora alla presidenza c’é uno dei massimi esponenti della Fratellanza. Mohamed Morsi pubblicamente ha taciuto per tutta la giornata, anche se ha mandato un messaggio di condoglianze alla famiglia. Messaggi sono arrivati anche dal governo, che l’ha definito un patriota, e dall’ultimo premier sotto Mubarak e candidato sconfitto alla presidenza Ahmad Shafiq. Dalla presidenza si è fatto sapere che invierà un suo rappresentante ai funerali militari, che si dovrebbero tenere sabato. Dovrebbe esserci, invece, il capo del Consiglio militare Hussein Tantawi.

(ANSAmed).

La Stampa

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